A novembre la commemorazione di tutti i fedeli defunti riempie la nostra mente e il nostro cuore di tanti volti e di ricordi cari. Forse, mai come in questo mese, pensando a coloro che ci hanno preceduto, con la forza che la fede dona, ripetiamo che la morte non spezza i legami tra coloro che i nostri defunti non sono scomparsi: sono in Lui, sono nel suo amore, nella sua provvidenza, sono nella sua misericordia. Ecco perché vogliamo ricordarli, ecco perché vogliamo pregare per quelli che ancora sono nel Purgatorio. Sentiamo che non sono degli assenti, sono degli invisibili, sono legati ancora a noi con il loro affetto, con il loro sentimento nella comunione dei santi. Tutti siamo fatti per l’eternità La morte non cancella i nostri cari dalla vita, li trasferisce solo in una dimensione diversa a noi ancora sconosciuta. Il legame di amore tra noi che siamo vivi e i defunti perde solo la visibilità, la vicinanza fisica, la possibilità di un contatto sensibile. Sant’Agostino afferma che «coloro che ci hanno lasciati non sono degli assenti, sono solo degli invisibili: tengono i loro occhi pieni di gloria puntati nei nostri pieni di lacrime»; solo la fede può darci la prospettiva della visione di questi “invisibili” che torneremo a vedere tangibilmente al momento della visione beatifica, quando anche a noi sarà data la stessa dimensione di gloria. Nella fede, possiamo coltivare la certezza che i nostri cari hanno raggiunto o sono in procinto di raggiungere la gioia senza fine: «Chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna; e io lo risusciterò» (Gv 6,40), questa è la volontà del Padre che ci ha rivelato Gesù, questa è la speranza sicura di tutti coloro che credono in lui. La morte non ha l’ultima parola, perché Gesù sulla croce l’ha vinta e, a partire da questa certezza, la morte stessa cambia faccia: non è uno scomparire, ma un esserci in modo nuovo. Le persone care che hanno già varcato la soglia dell’aldilà, quindi, sono soltanto un “passo oltre” nel cammino della vita. La commemorazione dei defunti, allora, oltre a essere un ricordo vivo di chi non è più fisicamente presente, è un richiamo a pensare che tutti siamo fatti per l’eternità: «Siamo tutti compagni di viaggio verso l’eternità» (padre Raniero Cantalamessa). Preghiamo per i defunti La Chiesa ci invita invece a guardare e pregare per quanti sono defunti e attendono la nostra preghiera di suffragio affinché grazie a quel mistero di comunione tra noi vivi e loro, i nostri cari defunti, grazie alle nostre preghiere, purificati da ogni macchia di peccato, possano entrare nella comunione della vita celeste e godano della visione della beatitudine eterna. «La Chiesa – disse papa Francesco durante l’udienza generale del 30 novembre 2016 – prega per i defunti in modo particolare durante la Santa Messa. Dice il sacerdote: “Ricordati, Signore, dei tuoi fedeli, che ci hanno preceduto con il segno della fede e dormono il sonno della pace. Dona loro, Signore, e a tutti quelli che riposano in Cristo, la beatitudine, la luce e la pace” (Canone romano). Un ricordo semplice, efficace, carico di significato, perché affida i nostri cari alla misericordia di Dio. Preghiamo con speranza cristiana che siano con Lui in paradiso, nell’attesa di ritrovarci insieme in quel mistero di amore che non comprendiamo, ma che sappiamo essere vero perché è una promessa che Gesù ha fatto. Tutti risusciteremo e tutti rimarremo per sempre con Gesù, con Lui». Pensiamo che potenza ha la nostra preghiera, che potenza ha l’Eucaristia celebrata e offerta per i nostri defunti: contribuire a quel passaggio che comunemente chiamiamo dal Purgatorio al Paradiso. Pertanto, in modo particolare in questo mese di novembre non possiamo fare a meno di dedicare una preghiera ai nostri cari defunti, dai quali ci siamo momentaneamente separati, ma che un giorno rivedremo.
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